Lunedì 03 novembre
dalle 9 alle 12 – Sala Cultura del WOPA
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“Valorizzazione dei vini artigianali e Regolamento UE 1143/2024: un salvagente in una tempesta perfetta?”
Le crisi del settore vitivinicolo non risparmiano il vino artigianale obbligando i produttori e gli addetti della filiera a una riflessione sulle strategie da adottare. Il nuovo Regolamento Europeo 1143/2024 offre strumenti operativi per la valorizzazione delle Denominazioni di Origine altamente sostenibili che meritano di essere discussi. Di questi aspetti se ne parlerà al prossimo convegno Vini di Vignaioli “Valorizzazione dei vini artigianali e Regolamento UE 1143/2024: un salvagente in una tempesta perfetta? Un’occasione per riflettere.
Valorizzazione dei vini artigianali e Regolamento UE 1143/2024: un salvagente in una tempesta perfetta? Un’occasione per riflettere
Il settore vitivinicolo italiano e europeo mostra segnali di sofferenza a seguito della concomitanza di diversi fattori che impattano sulla redditività e sulla tenuta delle imprese del settore. Ad agire negativamente sul “sistema vino” sono un insieme di fattori che agiscono contemporaneamente e che meritano di essere ricordati: i cambiamenti climatici con un conseguente aumento del grado alcolico del vino, la riduzione dei consumi e il cambiamento delle modalità di consumo di vino, l’aumento della domanda di vini de-alcolati, l’aumento dei costi di produzione e il corrispettivo calo del potere di acquisto dei consumatori, le crescenti difficoltà commerciali in mercati di sbocco che si consideravano stabili e un “porto sicuro” per il commercio a salvaguardia del reddito degli agricoltori, la crescente concentrazione della produzione e della distribuzione in soggetti della filiera di grandi dimensioni. Il quadro descritto è comune all’intero comparto vitivinicolo, rappresentato da grandi produttori (singoli o associati) di vini, che possiamo considerare globali (per la notorietà dei vini), e da piccoli produttori specializzati nella produzione di “vini di nicchia” che, per sopravvivere, sono ricorsi a metodi di produzione considerati non convenzionali. Questi ultimi sono espressi da vini che spesso vanno oltre il biologico ricercando l’equilibrio tra uomo-vigna-e vino che nel tempo è stato sostituito dalla standardizzazione produttiva. Per questi motivi, questi vini sono definiti come “vini naturali” o “vini artigianali”.
In questo contesto lo strumento della Denominazione di Origine (controllata o garantita) o dell’Indicazione Geografica Tipica (IGT) non è più sufficiente a garantire la redditività del sistema produttivo, e anzi spesso lo “strumento” della DOC è criticato in quanto “monopolizzato” dai grandi produttori del territorio produttivo, portando all’uscita dal sistema delle DOC quei produttori più virtuosi e innovativi che hanno imboccato tecniche di allevamento e di vinificazione considerate “radicali” e di nicchia.
Ma proprio il nuovo Regolamento UE 1143/2024 relativo alle “indicazioni geografiche dei vini, delle bevande spiritose e dei prodotti agricoli, nonché alle specialità tradizionali garantite e alle indicazioni facoltative di qualità per i prodotti agricoli” offre un’occasione per riconsiderare la strategia del settore vitivinicolo e dei vini “artigianali” in particolare. L’aspetto nuovo è pensare alla sostenibilità ambientale e sociale come un’azione da perseguire e da comunicare. Al riguardo l’articolo 7 del nuovo Regolamento indica come il Consorzio di tutela può concordare “pratiche sostenibili da rispettare nella produzione del prodotto designato da un’indicazione geografica o nello svolgimento di altre attività soggette a uno o più obblighi previsti dal disciplinare”. L’obiettivo del Regolamento è sviluppare norme di sostenibilità più rigorose di quelle definite dall’Unione Europea e, a questo scopo, indica le aree di intervento consentendo di modificare il disciplinare di produzione sino a rendere le pratiche utilizzate obbligatorie. Non solo, il successivo articolo 8 del Regolamento consente ai Consorzi di Tutela di “redigere e aggiornare regolarmente una relazione sulla sostenibilità basata su informazioni verificabili, recante una descrizione delle pratiche sostenibili esistenti utilizzate nella produzione del prodotto”.
L’innovazione proposta dal nuovo Regolamento non è di poco conto, e potrebbe aprire nuove opportunità di mercato ai vini naturali offrendo nuovi aspetti premianti sul mercato. Ma perché proprio i vini artigianali sono quelli che possono avvantaggiarsi maggiormente di questo nuovo ciclo aperto dalla Commissione Europea? Il motivo è che proprio i vini considerati artigianali (che sostituiscono con questo termine i vini considerati naturali) sono quelli che hanno già imboccato la strada della sostenibilità per differenziarsi e trovare una loro identità sul mercato. Questo percorso è decisamente più difficile per i vini “convenzionali” (includendo in questo termine anche i vini biologici) dove la standardizzazione e la ricerca di un’elevata produttività in vigna, hanno generato costi fissi elevati che vanno nella direzione opposta alla strategia che riduce il ruolo dell’uomo a vantaggio della tecnologia. Allo stesso tempo, la possibilità di rendicontare la sostenibilità del processo, offre l’occasione per rendere esplicito l’uso di pratiche virtuose che aumentano la sostenibilità ambientale, sociale e economica della filiera vitivinicola nella logica “dal vigneto alla tavola”.
Per contro, la posizione conflittuale delle piccole cantine verso i Consorzi di Tutela spesso, li ha portati ad allontanarsi da forme di coordinamento dal basso, auto-isolandosi e rendendo difficile e costoso comunicare e promuovere il proprio vino. Tutto questo rende difficile avvantaggiarsi delle prospettive offerte dal Regolamento.
Tuttavia, il nuovo Regolamento rappresenta un’occasione per i vini artigianali per comunicare le differenze concrete rispetto ai vini convenzionali e dimostrare ai consumatori la maggiore sostenibilità ambientale, sociale e economica che giustifica il loro acquisto e il maggior costo.
La mostra mercato “Vigni di Vignaioli” rappresenta un’occasione unica per un confronto sul tema. Ne discutono:
Ne discutono:
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Filippo Arfini · Università di Parma
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Maria Cristina Vaquero · Università Roma Tre
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Gianmaria Cunial – vignaiolo, vicepresidente di Parma Bio Valley
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Corrado Dottori · vignaiolo a Cupramontana
Modera il giornalista Samuel Cogliati.

